Quelle che sicuramente non mancavano in via San Mamete, nel secondo dopoguerra, erano le osterie.

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La vecchia porta che conduceva al campo di bocce dell’osteria della Sandrina

Tralasciando le numerose presenti nella contigua via Adriano, in via San Mamete in 300 metri ce ne erano ben 3 e tutte avevano il campo per il gioco delle bocce.

All’angolo con via Adriano c’era la trattoria Primavera, chiamata da tutti “l’osteria del Sassett”, al civico 50 c’era la trattoria dell’Ombra e in mezzo, al numero 12, c’era la trattoria della Sandrina.
Quest’ultima trattoria era già presente nel periodo tra le due guerre e le fu affibbiata quella denominazione popolare dal nome della proprietaria la signora Sandrina Fedestini.

La signora Sandrina gestiva la trattoria negli anni ’50, mentre suo marito Rinaldo Cariati lavorava alla Magneti Marelli.

Nel 1961 subentrò nella gestione Tilde Fedestini, la sorella di Sandrina, che con il marito Amos Montanari gestì l’osteria per molto tempo, per circa un ventennio, tanto che i crescenzaghesi cominciarono a ribattezzare il locale come “l’osteria dell’Amos”.

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Il pergolato a fianco del campo di bocce della trattoria negli anni ’50.

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Nel 1981, la morte di Amos costrinse la famiglia Montanari a lasciare la gestione dell’osteria; i due figli dei Montanari nel frattempo si erano già sposati e non potevano materialmente aiutare la madre nella conduzione.

Per un breve periodo dopo i Montanari, il locale fu trasformato in una pizzeria da un nuovo gestore.

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Negli anni seguenti, prima della demolizione, venne utilizzato come magazzino dal proprietario Carlo Cariati, figlio di Rinaldo e Sandrina Cariati, che nel frattempo aveva acquistato la ferramenta all’inizio della via San Mamete.

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I coniugi Tilde e Amos Montanari che gestirono la trattoria per un ventennio, dal 1961 al 1981.

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