Nel 1945, dove ora c’è il palazzo di via Padova 312, c’era un cortile che i crescenzaghesi chiamavano “La cassina del Locatell”; in quella corte, nel primo dopoguerra inizia la sua attività Angelo Pizzigoni.
Alla fine della guerra un gran numero di mezzi militari utilizzati dagli alleati (jeeps, autocarri, cingolati e veicoli di ogni sorta) vengono lasciati sul territorio italiano, riportarli indietro risulta antieconomico, alcuni vengono rottamati per ricavarne metallo, preziosissima materia prima per l’industria di quegli anni, molti altri invece vengono riciclati in agricoltura o nell’edilizia.
Dopo i pesanti bombardamenti che Milano ha subito durante la guerra c’è molto da ricostruire ed il ruolo svolto in questa opera dagli autocarri lasciati dagli Alleati è fondamentale, per molti anni i camion ribaltabili che lavorano nei cantieri sono dei Dodge, GMC o Chevrolet … che si traformano in “stravacchin”. Così sono chiamati dai milanesi i camion ribaltabili, che in origine funzionavano a benzina e che poi vengono riconvertiti a metano con le bombole posizionate sotto il cassone.
In questo ambito Angelo Pizzigoni inizia la sua attività di demolizione, smontaggio, ricondizionamento e vendita di ricambi usati, ricavati principalmente da residuati bellici ma anche da automezzi civili.
Dopo qualche anno Angelo sposta la sua attività in una vasta area lungo via Padova dove ora sorge il palazzo di via Padova 170 ed il distributore Tamoil.
Quando a metà degli anni ’50 viene costruito il palazzo di via Padova 170, che occcupa una parte del terreno prima utilizzato per le demolizioni, Angelo prende in affitto due luci nel nuovo palazzo e apre un negozio per meglio commercializzare i suoi prodotti.
Nel 1961, l’attività passa al figliastro Renato Lanfranchi, conosciuto da tutti i crescenzaghesi come “el pissigun” dal cognome del padre.
In quegli anni a Milano il parco macchine aumenta in modo esponenziale e l’attività di demolizione richiede spazi sempre più ampi, per questi motivi i Lanfranchi prendono in affitto una cascina con porticato con attorno un’area molto ampia nella vicina via Agordat 36, nei terreni ove poi sorgerà il parco Martesana.
Renato Lanfranchi, con la fattiva collaborazione della moglie Carla e del figlio Angelo prosegue l’attività del padrigno.
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Da molto tempo ormai il mercato dei residuati bellici è andato progressivamente ad esaurirsi e Renato Lanfranchi, per rimanere sul mercato, amplia la propria attività ed oltre ai rapporti con i privati, stringe importanti accordi commerciali con enti pubblici e grandi società private per ritirare tutto ciò che esse ritengono non più economicamente utilizzabile, o comunque obsoleto: auto, moto, furgoni, camion, trattori, rimorchi, ecc … .
Renato stipula contratti e ritira materiale dal Comune di Milano, dalla Sirti, dall’Azienda Tramviaria di Milano, dal teatro alla Scala, dall’Azienda Elettrica Municipale, dalla Edoardo Bianchi, dalla trattori SAME di Treviglio, solo per citare alcune tra le aziende più importanti.
La gente del quartiere ricorda ancora le file di camioncini grigi della Sirti o dei più vistosi furgoni arancio della AEM parcheggiati nel deposito di via Padova a fianco del negozio.
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Renato, grazie alla sua attività allaccia rapporti con personaggi famosi degli ambienti più disparati: il campione di ciclismo Fausto Coppi, l’attore Ugo Tognazzi, la “Signora della finanza” Anna Bonomi Bolchini, la famiglia Cabassi proprietari di cave a Baggio, don Carlo Gnocchi, solo per citarne alcuni.
Nel 1979 una tromba d’aria di inusuale intensità si abbatte sulla zona nordorientale di Milano e colpisce anche l’area di via Agordat.
Viene colpito anche il deposito dei Lanfranchi, utilizzato come parcheggio temporaneo dei mezzi da rottamare, provoca ingenti danni e distrugge quasi completamente la vecchia cascina ed il porticato.
Dalla metà degli anni ’90 cessa l’attività di demolizione, il Comune sulla vasta area lungo il Naviglio crea il parco Martesana, i Lanfranchi mantengono comunque su quell’area uno spazio recintato di ridotte dimensioni con un porticato adibito a magazzino.
Nel 1995 l’attività passa ad Angelo Lanfranchi, figlio di Renato ed un anno dopo il negozio viene spostato nel nuovo palazzo, appena costruito, al civico 157 sempre di via Padova, esattamente di fronte al vecchio negozio.
In via Padova, da sempre, il negozio dei Lanfranchi attira l’attenzione degli appassionati, ma non solo, nelle sue vetrine accanto agli autoricambi “moderni” si possono ammirare introvabili pezzi d’epoca : volanti, cruscotti, calandre, radiatori, pistoni, interi motori, insegne metalliche pubblicitarie americane, vecchie targhe …
Angelo prosegue ancora oggi il lavoro del padre e del nonno, si specializza in ricambi di auto storiche e sportive e grazie alla attività, ormai pluridecennale, portata avanti con competenza, è molto conosciuto ed apprezzato dagli appassionati del settore.