Il 20 ottobre 1944, a Gorla, borgo confinante con Crescenzago, si è compiuto uno dei più barbari massacri nei confronti della popolazione civile di Milano della seconda guerra mondiale, passato alla storia come la “Strage dei piccoli martiri di Gorla”.
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Il 10 giugno 1940 , quando gli altoparlanti di Piazza Duomo diffondono il discorso di Mussolini, i milanesi, insieme al resto del Paese, apprendono di essere entrati in guerra.
A pochi giorni da quel 10 giugno, Milano riceve il battesimo del fuoco ed i bombardieri alleati nei mesi successivi proseguiranno i loro attacchi. I bombardamenti si fanno ancora più devastanti dall’ottobre del 1942, quando al vertice del Bomber Command arriva Sir Arthur Harris, soprannominato Butcher Harris (Harris il macellaio) che è un convinto sostenitore della necessità di impiegare il bombardamento a tappeto contro gli agglomerati urbani.
Obbiettivo della missione
Secondo un’informativa della RAF, alcuni stabilimenti a nord di Milano producono a pieno regime per l’industria bellica tedesca.
Per colpire questi impianti si pianifica un’operazione con 3 gruppi di bombardieri appartenenti al 49° Bomb Wing:
– il 461° gruppo riceve il compito di colpire la Isotta Fraschini di via monte Rosa.
– il 484° deve colpire gli impianti Alfa Romeo del Portello
– il 451° ha come obiettivo gli stabilimenti della Breda attorno a viale Sarca.
In tutto oltre 100 B24 Liberator con 10 bombe da 500 libbre ciascuno.
Ore 7,58, decollo da Castelluccio dei Sauri
La mattina di quel venerdì 20 ottobre 1944 gli aerei del 451° decollano da Castelluccio dei Sauri, in Puglia, diretti verso il nord Italia. Dopo un ampio giro che sfiora il confine svizzero arrivano all’initial point, punto a circa 4 chilometri dall’obbiettivo, ben identificabile dai piloti, dove inizia la rotta verso i bersagli prefissati e si armano le bombe.
Ore 11,14, risuona il piccolo allarme su Milano.
Le sirene lanciavano alla popolazione 2 tipi di allarme: il “piccolo allarme” che segnalava genericamente aerei sul territorio, e il “grande allarme” che indicava di essere nell’area del bersaglio del bombardamento. In quel periodo a Milano il “piccolo allarme” era ormai una consuetudine, risuonava quotidianamente anche 2/3 volte e spesso purtroppo veniva ignorato.
Quando alla scuola elementare Francesco Crispi di Gorla sentono il piccolo allarme le maestre ed i bidelli iniziano a preparare i bambini per scendere nel rifugio.
Ore 11,24, gli altoparlanti diffondono il grande allarme a Gorla e Precotto.
La formazione di attacco dei B24 prevede che i 36 aerei del 451° siano disposti su due ondate di 18 aerei, composte da tre file di 6 disposti a V rovesciata. (in realtà la formazione dispone solo di 35 aerei perché un bombardiere era rientrato alla base per problemi tecnici).
L’aereo di testa della prima ondata, a causa di un problema elettrico al pulsante di lancio sgancia prematuramente le bombe, molti altri aerei lo imitano e fortunatamente gli ordigni cadono in aperta campagna nella zona di Saronno.
Solo alcuni aerei del primo gruppo riescono a centrare la zona della Breda, anche se in modo molto periferico, alcune bombe colpiscono lo stabilimento, ma la maggior parte cade sulle case attorno a viale Sarca, via Bignami e via Chiese.
Nel frattempo nella scuola di Gorla qualche classe ha già raggiunto il rifugio altre stanno aspettando di scendere, le scale sono occupate, la porta per entrare nel rifugio è stretta.
Ore 11,27, sganciate le bombe su Gorla.
Nel United States National Archives di Washington, in Pennsylvania Avenue, dove sono custodite la dichiarazione di indipendenza, la costituzione e la dichiarazione dei diritti dell’uomo che sono alla base degli Stati Uniti d’America, sono archiviati anche i files di questa tragedia.
L’intestazione della foto indica il bersaglio: Fabbrica Breda di Milano (Italia)
Il numero della missione: 138 / la data: 20 ottobre 1944 / l’ora: 11,24
Il numero di bombe sganciate: 342 da 500 libbre
i puntini bianchi indicano le bombe e la riga obliqua che parte dall’angolo in basso a destra, rappresenta viale Monza.
Fonte : National Archives, Washington, G-2, Target damage file (Milan)
La seconda ondata di bombardieri raggiunto l’initial point, sbaglia rotta.
Le ricostruzioni fatte in seguito ipotizzano che il pilota leader prenda una rotta di 22 gradi verso destra (linea porpora) invece che quella corretta verso sinistra (linea gialla); quando si accorge dell’errore ormai non si può più rimediare.
La prassi prevede che non potendo atterrare con le bombe già innescate si sganciassero le bombe in aperta campagna o in Adriatico sulla via del ritorno alla base.
Ma il comandante decide diversamente …
Nonostante l’assenza di aerei nemici che potrebbero creare pressioni e la giornata soleggiata, priva di foschia e di nubi che permette una perfetta visibilità, il comandante ordina di sganciare comunque le bombe sulla zona abitata sottostante chiaramente priva di ogni obiettivo militare.
Ore 11,29, una bomba centra la scuola di Gorla.
Alle ore 11.29 gli abitati di Gorla e Precotto sono devastati da tonnellate di esplosivo.
Una bomba sfonda il tetto della scuola elementare Francesco Crispi e si infila nella tromba delle scale piena di bambini che stanno ancora raggiungendo il rifugio. Sventra le pareti, fa crollare gran parte della struttura e disintegra la soletta del rifugio dove si erano già rifugiate alcune classi.
Muoiono 184 bambini, la direttrice, le insegnanti ed i bidelli. Perdono la vita anche alcuni genitori che al suono dell’allarme sono corsi a scuola per riprendere i figli. Quando la polvere del crollo si dirada, è subito chiara la terribile tragedia, dalle macerie fumanti vengono estratti quasi solamente dei corpi senza vita.
Anche una scuola a Precotto viene bombardata ma in questo caso fortunatamente il rifugio non viene sfondato e protegge gli scolari che vi si sono rifugiati.
Quel giorno oltre alla immane tragedia della scuola che ha coinvolto moltissime famiglie del quartiere, numerose case della zona sono state colpite e distrutte. Oltre al grande numero dei feriti, si sono contati ben 614 vittime.
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Per molti anni la strage di Gorla probabilmente è stata considerata una strage «scomoda» da ricordare, essendo stata causata dagli anglo-americani, per molti anni l’episodio viene rimosso dalla memoria storica della città e così per molti milanesi GORLA è solo una fermata della linea rossa della metropolitana.
In riferimento a questa tragedia, così scrive Achille Rastelli nel libro “ Bombe sulla città. Gli attacchi alleati: le vittime civili a Milano, Mursia Editore, Milano, 2000: “Per i milanesi il ricordo di questa giornata è abbastanza deformato: mentre sono stati del tutto dimenticati gli attacchi su Isotta Fraschini e Alfa Romeo, il bombardamento di Gorla è rimasto vivo nel ricordo degli abitanti del quartiere grazie anche al Monumento Ossario da loro fortemente voluto, ma in altre zone della città è un ricordo completamente rimosso, anche perché nel dopoguerra, era un avvenimento scomodo da ricordare, essendo stato compiuto da quelli che erano rappresentati come liberatori. Altre stragi di cittadini italiani, compiute dai nazifasciti, erano più politicamente corrette da ricordare. A quanto mi risulta, poi, la strage di bambini di questa scuola è la più tragica conseguenza dei bombardamenti aerei angloamericani in Italia durante la seconda guerra mondiale.»
Nell’allegato 11 dello stesso libro, l’autore ha raccolto, tra il 1994 e 1999, numerose testimonianze di superstiti di quella triste giornata.
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Per ulteriori approfondimenti sull’evento:
http://www.piccolimartiri.it/index2.htm