Le vicende che portarono alla nascita della carrozzeria Benadir sono veramente singolari ed ebbero origine durante l’ultimo conflitto mondiale sulle lontane coste somale.
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Pedratti, Zonda e Baschiroli erano 3 militari italiani del Regio Esercito che durante il secondo conflitto mondiale si ritrovarono a combattere le truppe inglesi nella regione del Benadir, area costiera della Somalia Italiana nel corno d’Africa.
La situazione per le truppe italiane ai comandi del duca Amedeo d’Aosta era molto difficile, inferiori per numero e mezzi, stavano per soccombere agli inglesi. Le difficoltà della vita militare e della guerra avevano cementato una profonda amicizia tra Pedratti, Zonda e Baschiroli ed in quel frangente drammatico si fecero una solenne promessa: se fossero tornati vivi dalla guerra avrebbero proseguito la loro vita stando uniti.
Fortunatamente, dopo tante peripezie, tutti e tre tornarono a casa sani e salvi, mantennero la promessa e aprirono una attività assieme.
Impiantarono una carrozzeria a Crescenzago e la chiamarono col nome della lontana regione africana dove si erano giurati eterna amicizia: Benadir.
La carrozzeria si trovava nel cortile di una vecchia costruzione, probabilmente una villa settecentesca, infatti in tutte le mappe dell’epoca veniva riportata come “Villa Sant’Ignazio”.
Il fabbricato era in via Milano (ora via Padova 258) e sulla facciata, un po’ scrostata, si leggeva la scritta “Trattoria Sant’Ignazio con alloggio e stallazzo” .
La struttura era una antica stazione di posta che si trovava sulla antica Strada Postale Veneta che usciva da Porta Renza (la attuale porta Venezia), imboccava il vialone di Loreto (corso Buenos Aires) e dopo esser passata dal rondò di Loreto arrivava alle Rottole e passando dalla attuale via Emo arrivava in via Padova.
Il caseggiato ospitava una trattoria ed era dotata di un ampio cortile retrostante con un campo di bocce. Nei tempi andati il cortile era utilizzato per il ricovero di diligenze e carri e c’era anche una grande stalla per cavalli e muli. Naturalmente con l’andare del tempo il trasporto con i cavalli era progressivamente diminuito e di conseguenza anche la necessità di ricovero degli animali. Nei locali dove una volta c’erano le stalle, i 3 amici, diventati soci in affari, impiantarono la carrozzeria.
Dopo un periodo iniziale di incertezze che colpì tutte le attività produttive nell’immediato dopoguerra, gli affari iniziarono ad essere soddisfacenti per i tre ex-commilitoni che decisero di iscrivere la carrozzeria alla Camera di Commercio, infatti la “Carrozzeria Benadir” nacque “ufficialmente” nel 1950.
Matteo Vitale, attuale cotitolare della carrozzeria ricorda che Angelo Pedratti, uno dei tre fondatori, gli raccontava che in quei lontani tempi del dopoguerra la carrozzeria non si occupava solo di automobili, ma riparava anche carrozze e carri a traino animale. In un angolo della carrozzeria nascoste dalla polvere del tempo ci sono ancora mazze di legno e strumenti che venivano utilizzati in quei periodi.
Quando alla fine degli anni ’50 il caseggiato fu abbattuto, (ora al suo posto sorge un grande complesso il cui piano terra è occupato da una Banca), i tre soci trasferirono la loro attività ad un centinaio di metri di distanza in via Emo 12.
La struttura di via Emo, fino ad allora utilizzata come un grande magazzino edile, era costituita da un grande spazio aperto che dava sulla via e da un cortile interno circondato da porticati e magazzini.
Lo spazio esterno venne rilevato da Trezzi e Mastalli che lo utilizzarono come deposito di materiali ferrosi ed il cortile interno venne rilevato dai tre ex-commilitoni che vi trasferirono la carrozzeria.
Agli inizi degli anni ’70 iniziò a lavorare in carrozzeria Matteo Vitale allora poco più che quattordicenne, Matteo imparò tutti i segreti del mestiere e si fece ben volere dai padroni e dai clienti.
Negli anni a seguire, 2 dei 3 commilitoni morirono e nel 1983 Matteo rilevò la carrozzeria dall’ultimo dei soci fondatori: Angelo Pedratti.
Nazario e Michele Vitale, fratelli di Matteo entrarono in società ed assieme proseguirono e ampliarono con successo l’attività.
Negli anni ’90 rilevarono anche lo spazio esterno e vi impiantarono un autolavaggio, molto frequentato ancor oggi.
Gli spazi a disposizione della carrozzeria sono molto grandi ed in ogni angolo si ritrovano ammucchiati, apparentemente alla rinfusa, pezzi di storia dell’automobile: cofani in alluminio della Fulvia HF, portiere della Dyane 6 e della Giulietta, poi paraurti, guarnizioni, vetri, fanali, rondelle, viti di tutte le dimensioni, … … … tutto materiale vecchio ma prezioso e spesso introvabile dai ricambisti, tanto che Matteo lo definisce con malcelato orgoglio: “il mio tesoro”.
Tra le macchine da riparare nel capannone, fa bella mostra di sé, perfettamente restaurata una Fiat 500 del 1951, la mitica ed indimenticata “Topolino”.
Nel 1999 fratelli Vitale aprono sempre a Crescenzago un nuovo centro in via Meucci 12 e restano fedeli al vecchio nome: lo chiamano infatti Benadir 2.
La nuova sede è un centro revisioni per moto e macchine ed è anche dotata di un’officina e di un gommista.
Nel 2010, il vecchio nome, Benadir, triplica e arriva a Cologno Monzese in via Carducci 133 ai confini con Cernusco sul Naviglio. Forti dell’esperienza maturata con i 2 centri di Crescenzago, nasce Benadir 3 che, come Benadir 2, offre ai clienti un officina riparazioni, un gommista ed un centro di revisione per autoveicoli.
Sono passati ormai 70 anni da quando i tre commilitono si fecero quella promessa sulle coste del Benadir e quel sogno è ancora oggi una bella realtà …
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