Il negozio della famiglia Cattaneo in via Padova 283, nella prima metà dello scorso secolo era sicuramente il negozio di frutta e verdure più rifornito di Crescenzago. Pochi crescenzaghesi però sapevano che quello era il negozio dei Cattaneo, per tutti quello era el negozi del Ghia”.

In primo piano Il negozio di frutta e verdura dei "Ghia" in via Padova 283 nei primi anni '50. A seguire il bar degli Andreoni e la cort de l'America

Spesso succedeva che in una comunità per distinguere i diversi rami delle famiglie venivano dati degli appellativi, a Crescenzago quei Cattaneo da sempre venivano chiamati i “Ghia”, mentre sempre in via Padova, a poca distanza c’era un altro negozio di frutta e verdura gestito da altri Cattaneo che venivano chiamati “Pelì”.

Sin dagli anni ’20 dello scorso secolo il negozio era gestito dal signor Augusto e dalla moglie Pina Mognaga.

Firma di Augusto Cattaneo in calce ad una petizione mandata nel 1937 al Gerarca Fiduciario della sezione "Aldo Sette" di Crescenzago per promuovere l'abbattimento di alcune case in prossimità del ponte che restringevano la sede stradale di via Padova. Una mano anonima a fianco della firma ha scritto "erbivendolo".

Il negozio così come le abitazioni sopra il negozio erano di proprietà dei Cattaneo. In passato spesso gli ortolani vendevano in negozio la merce che loro stessi producevano ed andavano al verziere per vendere le eventuali eccedenze e per rifornirsi di prodotti che le condizioni climatiche o geologiche non permettevano loro di produrre. Diversamente da oggi, l’offerta di frutta e verdura era legata alla stagionalità.

Augusto e Pina ebbero 3 figli Maria, Marcello e Felice. Quando ebbero l’età, la figlia Maria, maritata con Salvatore Piga, curò soprattutto la gestione del negozio mentre i due figli maschi aiutarono il padre nelle colture orticole e nelle transazioni al Verziere.

frutti di lazzeruolo o azzeruolo (Crataegus azarolus L.) come quelli coltivati dai "Ghia" alla Gobba

I “Ghia” inizialmente coltivavano un appezzamento di terreno di loro proprietà in via Giulietti, in seguito acquistarono dei terreni dietro cascina Gobba. Nei terreni della Gobba il signor Augusto oltre alle verdure tipiche della zona (insalate, rapanelli, spinaci, verze, sedano,  prezzemolo, piselli …)  coltivava anche magiostrin e fambros (fragoline e lamponi), molto apprezzati dai suoi clienti.

Oltre che essere apprezzate dai clienti le primizie di Augusto erano apprezzate anche dai ragazzini della Gobba, così oltre che essere un bravo ortolano, Augusto, suo malgrado dovette diventare anche un buon guardiano. Generazioni di ragazzini della Gobba si cimentarono  con alterna fortuna a cercare di “rubare” questi dolci frutti.

Marcello Cattaneo, figlio di Augusto, in una foto degli anni '80 (foto f.ornaghi)

Tutti gli anni quando cominciavano a maturare fragole e lamponi ricominciava “guardia e ladri” con appostamenti, fughe ed inseguimenti; tentare di mangiare i suoi frutte e sfidare il Ghia e la sua ira per i per i bambini della Gobba era diventata una sorta di prova di iniziazione.

Un’altra specialità dei Cattaneo  era la coltivazione dei lazarit (lazzeruolo o azzeruolo), frutto oggi praticamente scomparso dalle nostre tavole.

Lungo la riva del Roggione (un fossato che usciva dal Lambro poco più a nord in prossimità dell’incrocio col Naviglio) i Cattaneo avevano un certo numero di queste piante che producono dei frutti che assomigliano a delle piccole mele, leggermente asprigni, quando maturi ricordano il gusto delle nespole, con colori che variano dal giallo al rosso e rapidamente deperibili.

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Il negozio dei Cattaneo rimase aperto sino alla fine degli anni ’50, poi con la morte del patriarca Augusto e l’esproprio dei terreni della cascina Gobba a causa della costruzione della tangenziale, i figli intrapresero strade diverse.

1971, coltivazione di dalie di Marcello Cattaneo destinate in massima parte alla vendita all'ingrosso ai chioschi dei fiorai del cimitero di Lambrate.

Felice Cattaneo proseguì l’attività di orticoltore. Dapprima si trasferì a Rovagnasco dove acquistò un appezzamento di oltre 100 pertiche milanesi con annesso stalle ed abitazione.  Quando anche in queste aree iniziò l’urbanizzazione, sui suoi terreni verrà costruito in seguito il villaggio Ambrosiano, Felice continuò la sua attività in una grande e moderna tenuta in provincia di Crema.

Il fratello Marcello Cattaneo, intraprese inizialmente alcune attività commerciali, aprì in seguito una fiaschetteria in via don Orione ed alla fine si dedicò alla floricoltura in località San Vittore di Rovagnasco.