Fino ai primi decenni del ‘900 i gelsi, le cui foglie venivano utilizzate per l’allevamento dei bachi da seta, erano di casa a Crescenzago.
Nei cortili, lungo le vie, negli orti, lungo la Martesana… in ogni angolo si potevano osservare i moròn, così vengono chiamate in milanese le piante di gelso.
L’abbandono della coltivazione dei bachi da seta ed il taglio indiscriminato degli alberi durante la seconda guerra mondiale hanno di fatto quasi azzerato la presenza dei gelsi a Crescenzago.
Rimanevano comunque alcune belle piante di gelso lungo il marciapiede di via San Mamete, un luogo emblematico perché proprio davanti alla ex-filanda De Ponti.
Purtroppo nel 1989 anche quegli ultimi gelsi sono stati abbattuti.
Giovedì 15 giugno, nonostante le proteste di alcuni abitanti della via, alcuni operai incaricati dal Comune hanno provveduto al taglio delle piante.
L’abbattimento delle piante, secondo una delibera della giunta comunale si era reso necessario per favorire la viabilità.
La notizia del taglio delle piante di via S. Mamete ha trovato spazio persino sulle pagine dei quotidiani, (vedi in fondo all’articolo un ritaglio del GIORNO) anche se erroneamente nel testo si parlava solo di un gelso abbattuto.
Elisabetta Pellarin ricorda ancora con nostalgia i gelsi davanti alla sua abitazione.
Elisabetta, se ci fosse un gruppo di cittadini disposto a sostenere l’iniziativa e a studiare la fattibilità tecnica dell’operazione (analisi dei sottoservizi attualmente presenti, verifica degli spazi necessari per l’impianto a terra piuttosto che in grande contenitore), chiederebbe al Consiglio di zona 2 di valutare la possibilità di rimettere a dimora almeno un gelso nella via, “…sarebbe una iniziativa percorribile con facilità sia sul piano tecnico che su quello economico e molto significativa su quello simbolico e, appunto, della memoria…”
E’ ormai passato un quarto di secolo da quando i gelsi ombreggiavano i marciapiedi di via S. Mamete davanti alla trattoria dell’Ombra.