Il Bar ARTURO è in via Paruta 56, una traversa di via Arici, fino al 1923, quando Crescenzago era un Comune autonomo, l’indirizzo era via Leonardo da Vinci 35.
Negli anni passati era per tutti semplicemente “l’osteria” ed era conosciuta soprattutto per il campo di bocce molto frequentato che c’era nel cortile retrostante. Come quasi tutte i campi della zona, era un campo alla “Milanese e/o Ambrosiana”, dove si giocava in obliquo, il pallino e le bocce si giocavano facendole scorrere attraverso i livèi e/o rivèi, cunette che dividevano il campo in quattro corsie di gioco.
L’osteria era sede della bocciofila “AMBA ALAGI”, società che aveva un agguerrito gruppo di giocatori che sfidavano le altre bocciofile della zona in seguitissimi tornei.
Nel dopoguerra il nome “AMBA ALAGI” risultava troppo ingombrante, perciò fu cancellata dall’albo e iscritta di nuovo alla F.I.B. col nome di BOCCIOFILA ALBA, che rimase attiva sino al 1970.
Prima della II Guerra Mondiale e fino al 1949/50 l’osteria era condotta dalla famiglia Calloni. Il gerente, signor Fermo (el sciór Fermìn) era coadiuvato dalla moglie Piera e dai figli Bruna e Giampiero. A mezzogiorno la scióra Piera, preparava anche pranzi per gli operai dei numerosi piccoli opifici della zona, naturalmente i piatti serviti erano molto vicini alla tradizione culinaria milanese.
Successivamente sono subentrati diversi gestori finché l’ultimo, il signor Cellamare, nel 1953 ha rivenduto la licenza d’esercizio ad Arturo Balducci.
Arturo, negli anni a seguire, si è avvalso della collaborazione del fratello Franco e dal 1957 dell’altro fratello più giovane Nicola, che è anche l’attuale gestore del bar.
Agli inizi degli anni ‘60 il locale ha subito un radicale rinnovamento nell’arredamento e nell’assetto interno (banco di servizio, vetrine, biliardo) e sulla insegna luminosa esterna è apparsa la scritta Bar ARTURO, nome che l’esercizio conserva tuttora. Nel 1973 Arturo e Franco hanno perseguito altri orizzonti commerciali, lasciando al “fratellino minore Nicola” il privilegio (e la fatica) di continuare la gestione dell’esercizio.
Gli avventori di allora e di oggi, sono per la maggior parte “stanziali”, essendo via Paruta una via con poco passaggio.
Negli anni ’50/70 il bar era frequentato da personaggi pittoreschi che sono rimasti nella memoria: el Lüisin trómbetta, el Flok, el Bidua, el Brüsadell, el Ganassa elettrica, el Copacabana, la mónta pì, el Cinci, Franco el dottór, l’Angelo kaminomoto, i fradej Jannot, Raffaele el pizza candill de strada, Il generale, l’Eina Eina.
Indimenticabile era anche Giuseppe Cambieri, produttore di salumi di via Paruta e per molti anni presidente delle Bocciofile Amba-Alagi, Alba e della Banda di Crescenzago. Tra i tavolini del bar tra un bianchino spruzzato ed una gassosa si raccontava che quando andava a rifornirsi di maiali in Brianza, per superare i caselli del dazio della Gobba senza pagare, utilizzasse un ingegnoso stratagemma. Sembra che il Cambieri mettesse un maiale camuffato da uomo sul carrozzino del suo sidecar.
Anche oggi, tra i frequentatori abituali del bar Arturo, non mancano certo personaggi originali e stravaganti come: Ciccill a n’uòcchie (Ciccillo un occhio), Piede dolce, Tromba, Billy, Brum brum, Il ragioniere…
Nonostante il cambiamento generazionale, il comportamento dei clienti è rimasto pressoché immutato ed entrando nel Bar ARTURO si respira una gradevole aria un po’ retrò e si ha l’effimera illusione di avere qualche annetto in meno.
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Ricordi di Nico Samele, assiduo frequentatore del bar Arturo, della bocciofila e che in via Paruta 35 ci è nato.
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