Non ci sono fonti attendibili che possano svelare l’origine del nome “GOBBA” ma è sicuro che negli anni ’50 gli abitanti della frazione avrebbero detto che “La se ciama goeubba perchè el mür l’è stort !”
Era infatti opinione comune dei residenti che il nome derivasse dalla curvatura presente nel muro perimetrale della cascina lungo la via Padova. Anzi qualcuno arrivava persino a precisare che il capomastro che aveva costruito la cascina, forse a causa delle frequenti visite all’osteria, avesse sbagliato la traccia del muro e solo in secondo tempo, in un momento di sobrietà, si fosse accorto dell’errore e avrebbe cercato di rimediare con una curva. Probabilmente era una pura invenzione ma chi la raccontava sembrava veramente convinto di ciò che diceva.
Altre fonti raccolte in cortile parlavano di un dosso, “una gobba”, che sarebbe esistita sulla via Padova davanti al civico 389, in prossimità del Lambro e che sarebbe stata poi spianata per facilitare la posa delle rotaie delle linee dell’ Adda e questa era la ricostruzione che sembrava la più verosimile.
Un’altra ipotesi, alimentata da un quadro che era appeso all’ingresso della trattoria, che raffigurava una persona ricurva, raccontava di un leggendario gobbetto vissuto in zona molti anni prima che avrebbe in seguito dato il nome a tutta la frazione.
Sembrava una ipotesi troppo semplice e banale per essere vera e si è sempre pensato che il quadro fosse stato commissionato dai proprietari dell’osteria e che vi fosse stato raffigurato un gobbetto in onore al nome della frazione.
Queste congetture risultavano valide sino a quando sono stati consultati dei documenti conservati nell’Archivio di stato di Milano. In un cabreo dell’anno 1603, “Somo.o di tutti li beni dell’abba.a di Cresenzago”, vengono descritte le cascine e i molini presenti in quell’epoca nel territorio di Crescenzago (Cascine Melghera, Olgetta, Gobba, Faipò e i molini Del Dosso e Ceresa) con riferimenti agli affittuari ed ai relativi contratti di affitto.
Nel dettaglio della cartina, riportato sotto, si vedono il Lambro , il Naviglio e la loro intersezione e sopra il corso del Lambro si vedono le cascine Gobba e Melghera già esistenti 5 secoli fa.
Lungo il Lambro, a destra della strada, ove ora c’è il parcheggio della Metropolitana, si legge distintamente “prato del gobbo” ed a sinistra della strada si legge “vigna del gobbo“. La Cascina Gobba, denominata sugli atti “Possessione del Lambro appellata la Gobba” risulta affittata a “Cristoforo De Magistris appellato il Gobbo”.
Molto probabilmente è dal soprannome di questo fittabile dell’inizio del ’600 che in seguito prenderà il nome tutta la frazione.
Sicuramente l’abbigliamento del gobbetto del quadro non è quello di una persona del 1600, ma l’ipotesi che nei secoli scorsi un gobbo fosse veramente abitato da quelle parti ed in seguito avesse dato il nome a tutta la zona risulta una ipotesi verosimile.