Il negozio di generi alimentari, assieme all’osteria, era sicuramente il negozio più frequentato della frazione Gobba.

sal01 copiaI suoi avventori erano sia gli abitanti della zona che i pendolari di passaggio che utilizzavano i tram delle Linee dell’Adda o gli autobus dell’ATM (prima D, poi G2) che vi facevano Capolinea.

Il negozio aveva le vetrine su via Padova al civico 393, dalla parte opposta del portone d’ingresso, l’insegna recava la scritta “POSTERIA” ma per tutti era semplicemente “el cervellee”.

Era un piccolo negozio non molto luminoso, stretto e lungo, ma in quei pochi metri quadri si trovava tutto ciò che poteva servire alle esigenze dell’epoca.

Si scendeva un gradino e a sinistra nella penombra  dietro il vetro, incombeva la rossa affettatrice Berkel con la enorme lama luccicante. Dietro all’ affettatrice erano in bella mostra gli insaccati tra i quali spiccava la grande bologna rosata con i verdi pistacchi … lungo le pareti c’erano i sacchi di iuta con i legumi (cannellini bianchi con l’occhiolino nero, borlotti, lenticchie, ceci …), i vari tipi di pasta sfusa erano in mostra nei cassetti di legno con la finestrella in vetro.

sal03Dietro il vetro del bancone, invitanti, erano allineati i formaggi, non erano molte le varietà: taleggio, crescenza, grana e gorgonzola le più richieste. Al venerdì, giorno di magro, (che allora credenti e non credenti praticavano per consuetudine), apparivano sul bancone due grandi scatole di latta rotonde con tonno e sgombri che si vendevano sfusi, abilmente confezionati a mano nella carta oleata.

In inverno era sempre presente sul bancone un piccolo mastello in legno con la mostarda.

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Pile di scatolette di IDRIZ o Idrolitina, le bustine che servivano per fare “busciare” l’acqua della “tromba”, stavano impilate alle spalle del bancone lungo il muro assieme alle bottiglie di olio, aceto ed alle scatole di conserve.

Tra le conserve, le più vendute di gran lunga erano le Cirio, forse non tanto per la qualità ma sicuramente per le etichette che raccolte e spedite davano diritto a premi molto ambiti alle massaie di quei tempi.

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Così diceva la ammiccante pubblicità dell’epoca sul catalogo premi: Cirio regala. Mamme, mammine, papà. …se volete regalare ai vostri figli bambole, macchine fotografiche, borse per la scuola, compassi, tennis da tavola, enciclopedie, ecc. ecc., senza spendere denaro, inviate subito a CIRIO – NAPOLI una raccolta di Etichette Cirio. Scegliete in questo giornale illustrato il dono che più vi piace. Raccogliere Etichette Cirio non costa proprio nulla!.

In quegli anni non c’erano le carte fedeltà ma c’era ugualmente il modo di fidelizzare i clienti. El cervellee de la Goeubba a chi non poteva pagare subito, sulla fiducia, dava le merci a credito. Le somme venivano annotate con la matita copiativa su un piccolo libretto telato e quando a fine mese si riscuoteva lo stipendio il debito veniva saldato.

Fino alla seconda guerra mondiale la salumeria fu gestita dal signor Attilio (El Tiglio), quindi per un breve periodo la gestione passò alla famiglia Ornaghi.

Nel dopoguerra la posteria fu condotta dalla famiglia Pescali. Il signor Lino assieme alla moglie Irene ed ai figli Luisella e Roberto proseguirono l’attività sino alla metà degli anni 50 quando si trasferirono a Milano, zona via Vitruvio, dove continuarono l’attività commerciale nello stesso campo.

sal06 copiaL’ultimo e indimenticato cervellee della Goeubba fu il scior Riccardo (foto sovrastante) . Riccardo Calloni e la moglie Alda Galliano proseguirono l’attività sino a metà degli anni 60 quando ormai i lavori per le tangenziali e per la linea e la stazione della metropolitana avevano iniziato a stravolgere la zona.   I Calloni avevano 3 figli: Lenuccia, Luisella e Gaetano.

sal09Il ricordo del scior Riccardo è indissolubilmente legato alla sua macchina: una Lancia Ardea verde scuro, un vero “lusso” per la Gobba di quei tempi!

La posteria aveva un magazzino in cortile sotto il portico, serviva sia per il rimessaggio della Lancia che come deposito per le scorte del negozio e vi faceva la guardia in modo molto efficace, legata alla catena, la temutissima Lola, una meticcia di pelo rossastro.

Oltre che ai ladri Lola era sicuramente invisa anche ai bambini del cortile, quando il pallone finiva nel raggio della sua catena risultava un problema poterlo recuperare.

La salumeria aveva anche un’altro cane Tuto, molto simile a Lola ma molto più mansueto che praticamente era stato adottato da tutto il cortile.

sal15 copiaNella foto sovrastante la pagina ingiallita del “quaderno dei conti” del signor Riccardo, dove venivano annotate con precisione le uscite.

Quel giorno, 15 dicembre 1960 era un giovedi e furono annotate le seguenti somme date ai fornitori:

  • Barbanti  2.000 lire, si riferiva ad una probabile fornitura di uova e pollame dei fratelli Barbanti della vicina cascina Melghera.
  • Monforte 10.155 lire
  • Noseda 15.900 lire (formaggi)
  • Panettiere 57.700 lire  
  • Clorodont 16.350 lire (dentifrici)
  • Lavazza 10.750 lire (caffè)
  • Marossi 850 lire, si riferiva quasi sicuramente ad una fornitura di  dolciumi, infatti Marossi era un artigiano pasticciere che aveva il suo laboratorio a Crescenzago in via Belluno.
  • Patatine 500 lire
  • In tutto uscite per 113606 Lire.

Frazione Gobba: la cascina del 393 ripresa nel 2010

Attualmente le luci della vetrina sono state murate, le  ristrutturazioni del cortile del 393 hanno completamente cancellato le tracce della “bottèga del cervellee” ma il suo ricordo rimane indelebile nei ricordi dei vecchi abitanti della frazione.

Si ringraziano Enrico Ornaghi,  Albino Gatti e Luisella Calloni per le immagini e le informazioni fornite

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Ulteriori immagini relative alla famiglia dell’ultimo CERVELLEE DELLA GOEUBBA