Domenico De Ponti, (1837-1916) negli ultimi decenni del XIX secolo fu una figura molto autorevole ed influente del Comune di Crescenzago.
Oltre ad essere un importante industriale serico, la sua filanda sulla Martesana dava lavoro ad oltre un centinaio di persone, Domenico De Ponti ricoprì la carica di sindaco di Crescenzago ininterrottamente per 18 anni dal 1869 al 1886, in quegli anni il Comune di Crescenzago contava su una popolazine di 1700-2000 unità.
Domenico nacque a Greco nel 1837 da Rosa Candiani e Luigi De Ponti il quale ebbe 3 mogli dalle quali, oltre Domenico, ebbe 6 figli. Un fratellastro di Domenico, Angelo De Ponti fu sindaco a Cinisello per 20 anni.
Dopo il primo mandato, Domenico De Ponti fu riconfermato nella carica per altri 5 trienni e sicuramente sarebbe stato ulteriormente riconfermato sindaco per altri anni ma fu lui a chiedere al Regio Prefetto di essere dimissionato.
A differenza dei giorni nostri in cui c’è una corsa sfrenata a ricoprire più incarichi pubblici spesso in conflitto con attività personali, nel periodo in cui De Ponti fu sindaco, a pochi anni dall’unità d’Italia, il fervore patriottico e l’orgoglio nazionale per la bandiera erano ancora molto presenti e non facevano neanche sfiorare l’idea che mansioni pubbliche potessero arrecare vantaggi personali.
A conferma dell’ alto profilo morale di Domenico De Ponti, la lettera che il 3 Settembre 1885 scrisse al Prefetto di Milano per perorare le sue dimissioni:
“Risposta alla nota N. 1030.
Illustrissimo Sig. Prefetto,
In evasione alla di Lei in margine segnata, che per le cortesi espressioni in essa contenute, mi riesce molto gradita, è mio dovere ringraziare la S.V. Ill. per l’atto gentile.
Circostanze di famiglia, accoppiate al cattivo andamento del commercio serico, ch’io esercito, richiamano tutto il tempo e cure da me disponibili, togliendomi di poter oltre disimpegnare con zelo la carica di Sindaco. Ciò premesso e dopo 15 anni che copro questa carica, alla quale non vanno al certo disgiunte molte noje e perditempo, se si vuol unire le brighe come conciliatore, Presidente Mandamentale Della Commissione I.R.M.; la S.V. Ill.ma si farà un giusto criterio della mia insistenza nella conferma della data dimissione alla carica di Sindaco.
Colla più alta stima e considerazione Della S.V. Ill.ma
Ubb.mo Dev.mo De Ponti Domenico
Crescenzago, 3 Settembre 1885
Assunse anche la carica di Conciliatore del Comune di Crescenzago dal 1866 al 1883. (La figura del giudice conciliatore venne istituita con Regio Decreto 6 dicembre 1865 e prevedeva l’istituzione presso ogni comune di un conciliatore di nomina regia, assistito dal segretario comunale in veste di cancelliere, caratteristica del giudice conciliatore, a differenza di altri magistrati era la sua competenza municipale).
Negli anni successivi tra il 1890 ed il 1901 fu nominato Presidente della Commissione delle Imposte dirette del Mandamento di Affori e Niguarda.
Si raccontava nella famiglia De Ponti che Domenico, poco più che bambino, partecipasse attivamente alle 5 Giornate di Milano del marzo 1848, dai tetti delle case, assieme ad altri giovanetti irresponsabili ma animati dalla sacra fiamma della Patria, prendesse di mira con tegole i soldati austriaci che passavano, i quali di contro rispondevano con qualche colpo di arma da fuoco.
Nel 1868 alla morte del padre Luigi, Domenico, assieme al fratellastro primogenito Angelo, rimase unico proprietario della casa e della filanda di Crescenzago.
Nello stesso anno sposò Annetta Brambilla dalla quale ebbe 9 figli: Luigia (Gina), Luigi, Emilio, Rosina, Pietro, Serafino Faustino (detto Angelo), Giuseppe, Giovanni (detto Umberto, in onore del re) e Giuseppina De Ponti (vedi Giuseppina De Ponti prima donna patentata del Milanese).
Domenico pare fosse un uomo dotato di quel classico humor “dei milanesi di una volta”, bonari ma sarcastici ed ironici. Abitava a Crescenzago ma si recava spesso a Milano a trovare i figli. In una calda giornata estiva fu visto da un conoscente camminare avanti e indietro sotto la casa di uno dei figli di Piazza Castello dal cui balcone con le finestre aperte fuoriuscivano alte grida, segno inequivocabile di una animata lite familiare. Quando il conoscente lo avvicinò e gli chiese: “ Domenich, stee fee lì insci?” Senza scomporsi Domenico sarafico rispose: ” Son chì a spettà che on quaivun el borla debass, inscì el catti sù!”
La filanda di Domenico De Ponti per molti anni fu una importante risorsa economica e sociale per il Comune di Crescenzago, vi trovarono impiego molti crescenzaghesi ed a fianco della villa padronale e della filanda, lungo via San Mamete, fu costruito un caseggiato per i dipendenti.
Domenico De Ponti deve essere inoltre ricordato per le sue attività filantropiche, assieme ad altri crescenzaghesi fu infatti uno dei finanziatori dell’asilo di Crescenzago, inaugurato nell’ottobre 1890 in via Padova 269.
Domenico De Ponti morì a Crescenzago nel 1916 all’età di 78 anni.