A Milano nel XIX secolo c’era una saggia disposizione edilizia: la «servitù del Resegone».

Era un vincolo che imponeva agli edifici a nord dei  bastioni di Porta Venezia di non superare l’altezza di 2-3 piani, per permettere di ammirare il suggestivo panorama offerto dalle Prealpi lombarde.

Bastioni di Porta Venezia in una cartolina del 1922.

Sui bastioni e in corso Buenos Aires, allora “Stradone di Loreto” c’era un discreto passaggio di carrozze, i signori venivano a fare la passeggiata per respirare aria fresca e nelle giornate terse per ammirare lo spettacolo del  Resegone e delle Grigne.
Il primo palazzo che infranse questo vincolo, fu palazzo Luraschi, così chiamato dal nome del suo costruttore. Era un imponente palazzo di 8 piani, costruito nel 1887 sull’area dell’ex Lazzaretto,  tuttora presente in corso Buenos Aires 1 e per la sua costruzione, novità quasi assoluta per l’Italia, fu utilizzato il cemento armato.

Cortile di Palazzo Luraschi

L’ingegner Luraschi, quasi a scusarsi con i milanesi di aver nascosto il Resegone, una montagna molto cara ai milanesi perchè legata  indissolubilmente alle vicende di manzoniana memoria, nel cortile interno sopra le colonne recuperate dal vecchio Lazzaretto, fece mettere 12 busti  che ricordano i più famosi personaggi dei Promessi Sposi.