Fu una crescenzaghese doc la prima donna patentata della provincia di Milano!
E’ comunque fortemente riduttivo ricordare la signorina Giuseppina De Ponti “solo” per questo primato.
Giuseppina “Pina” De Ponti nacque il 19 marzo del 1881 a Crescenzago nella villa paterna lungo la Martesana in via San Mamete 42 e nello stesso luogo morì il 13 marzo 1982, qualche giorno prima di compiere 101 anni.
Figlia di Annetta Brambilla e Domenico De Ponti, industriale tessile e proprietario della filanda sulla Martesana a fianco della villa, nonché sindaco di Crescenzago per ben 18 anni dal 1869 al 1886, Giuseppina dimostrò sin dalla giovane età un temperamento forte e risoluto.
Agli inizi del 1900 la emancipazione femminile era ancora di là da venire e la carriera scolastica per una ragazza era limitata, ma con grande spirito di indipendenza a soli 19 anni Giuseppina andò in Inghilterra e vi rimase per 4 anni insegnando Italiano al Crescent College di York.
Grazie alle conoscenze coltivate durante la sua permanenza in Inghilterra iniziò ad importare in Italia tessuti pregiati inglesi e con questi a produrre capi di abbigliamento femminile.
Duro lavoro ed iniziativa la portarono in breve a creare una “sartoria di lusso” e ad aprire prestigiosi negozi a Roma, Milano e nelle zone d’Italia più esclusive (Cernobbio, Cadenabbia, Alassio). Si recava sovente a Parigi, allora indiscusso centro della moda mondiale per assistere alle sfilate. Tornata a casa con spirito di osservazione, memoria visiva ed una indubbia vena creativa era in grado di disegnare per la sua sartoria dei modelli che sapevano ben interpretare le tendenze delle mode del momento che aveva visto sfilare in passerella.
Gli impegni di lavoro non la distolsero però dagli impegni sociali, proseguendo nella tradizione famigliare fu tra i benefattori dell’asilo di Crescenzago che ospitava tra gli altri molti figli delle lavoratrici della filanda paterna. Suonava con disinvoltura il pianoforte e poteva colloquiare con padronanza in Inglese, Francese, Tedesco e … naturalmente anche in dialetto milanese.
Queste molteplici incombenze non le impedirono di conseguire nel 1909, prima donna nella provincia di Milano, il brevetto di guida per autoveicoli.
A partire dagli anni trenta, con i “piroscafi” dell’epoca fece viaggi in giro per il mondo visitando luoghi lontani. Ancora oggi i nipoti guardano con nostalgia le foto che documentano quei viaggi avventurosi e ricordano i racconti della zia: la visita delle piramidi sul dorso dei cammelli, la presenza alle Olimpiadi di Los Angeles nel 1932, l’incontro con gli indigeni nelle foreste tropicali di Sumatra, la caccia alle tigri sugli elefanti in India, la visita all’Empire State Building a New York appena completato, la visione dell’aurora boreale dal ponte del piroscafo, i festeggiamenti a bordo dei transatlantici tutte le volte che si superava l’equatore…
Di tutti questi viaggi ha scritto alcuni resoconti di viaggio che in seguito sono stati pubblicati dalle compagnie di navigazione.
Durante la guerra il palazzo di via Manzoni 41, sede della ditta andò distrutto dai bombardamenti e nel primo dopoguerra la signorina De Ponti, ormai ultrasessantenne, non essendoci nessuno in grado di affiancarla, smise di lavorare attivamente, ridusse i viaggi e si dedicò alla cura della casa di famiglia di Crescenzago ed ai nipoti. Acquistò una casa nel centro di Santa Margherita Ligure che all’epoca era una meta turistica dell’alta società mondiale.
Pina De Ponti in breve trasformò il suo salotto della Riviera di Levante in un ritrovo del jet set internazionale. Solo molti anni dopo il nipote Angelo seppe dai genitori che quando era molto piccolo era stato al “centro” delle conversazioni della zia con personaggi quali Re Faruk d’Egitto e le star di Hollywood Humphrey Bogart e la moglie Lauren Bacall, i quali avevano conosciuto la Riviera Ligure nel 1954 durante le riprese del film “La contessa Scalza”.
La sua abilità nel disegnare e la sua volontà di comunicare attraverso la scrittura ed il disegno rimasero immutate anche nella maggiore età, furono momentaneamente interrotte quando all’età di 87 anni per una banale caduta nel giardino di casa a Crescenzago si ruppe il polso della mano destra… ma dopo una settimana sapeva scrivere con la sinistra !
A 30 anni dalla morte, il nipote Paolo ricorda con affetto zia Pina: “ … noi le dobbiamo molto per l’esempio di fulgida integrità morale e per la mentalità aperta ma rigorosa che ha cercato di trasmetterci. E’ stata sempre generosa nell’elargire consigli di vita corredati da esempi e racconti di esperienze personali fantastiche per l’ immaginario di noi bambini...”.
Un altro nipote Luca De Ponti, che si ritiene per certi versi il figlio adottivo così la ricorda “ … era una donna che per cultura, approccio alla vita, applicazione, trovava difficilmente eguali. Sapeva intrattenere persone delle più disparate estrazioni sociali con un tatto delicatissimo ed incantava con i suoi racconti. Aveva la capacità di vedere le cose dall’alto ma con semplicità ed abnegazione totale. Vorrei ricordare solo un Suo insegnamento che potrebbe essere tanto utile nella società di oggi: Non guardare mai al prossimo con invidia ma pensa a quello che puoi fare tu per lui e per gli altri…“.
Giuseppina De Ponti, al compimento del centesimo anno di età venne insignita dell’Ambrogino d’Oro dal Comune di Milano e fu molto fiera di questo riconoscimento giunto al termine di una vita straordinariamente vissuta.